Non ha neanche appoggiato la penna sul prezioso scrittoio, da sempre adornato di sculture, oggetti preziosi e ricoperto di fogli, note e documenti storici utilizzati per il suo undicesimo libro, che il Cav. Eugenio Benedetti Gaglio si prepara già per la sua prossima avventura letteraria, una raccolta di novelle moderne, mentre in Cina gli rendono un omaggio inaspettato…
Erano quasi un centinaio gli ospiti e amici che, lo scorso 1 novembre, in occasione della presentazione ufficiale del libro RASNAL ZILATH MEXL (Editions des Precurseurs Monaco), hanno risposto presente all’invito di Anna Maria Benedetti, residente da anni nel Principato di Monaco, colei che da oltre 40 anni affianca amorevolmente il marito Eugenio, autore del volume. Perché, come si suol dire, spesso dietro un grande uomo c’è una grande donna, ed Anna Maria, con dedizione e generosità, non fa eccezione. Fin da quando ha incontrato colui che sarebbe poi diventato l’amore della sua vita, Anna Maria ha lavorato al suo fianco, nell’ombra. Fondatrice della SIB e responsabile dell’associazione monegasca ‘Association de Bienfaisance Eugenio Benedetti Gaglio‘, Anna Maria si è sempre distinta per la sua generosità anche nel Principato, sostenendo finanziariamente i corsi di arte terapia proposti come trattamento post-ricovero ai pazienti dell’Ospedale Princesse Grace di Monaco. E’ quindi sembrato più che normale che fosse proprio lei la persona a cui Eugenio ha dedicato l’undicesimo volume di Eugenio, definendola ‘regina del mio cuore, stella imperitura’.
Una regina, dunque, che affianca un re se, per estensione immaginiamo che RASNAL ZILATH MEXL, ossia il “Magistrato Capo della Lega Etrusca” che fino al 264 a.C., veniva eletto ogni anno dall’assemblea dei (12) Lucumoni etruschi che si riuniva sul Monte Cimino (nel sacrario della Dea Voltumna) per conferirgli i massimi poteri per un solo giorno tanto da essere considerato il “Re dei Re”, fosse proprio il nostro Cavalier Eugenio. In verità la festa, organizzata nella villa della coppia, a Soriano nel Cimino, è stata molto più di un appuntamento celebrativo. Infatti, oltre al libro, si è festeggiato il suo 95° compleanno; e annunciato che una delle sue opere letterarie, ‘I capelli della Madonna e i marmi di Chu-en-Lai, (Ciuffa Editore, 2013)’ sarà tradotta in mandarino a cura del governo cinese. Quale onore per un uomo che, per il suo acume e innata curiosità, non ha mai smesso di voler imparare e apprendere la storia e le origini delle culture, osservando ‘le pietre’ – come dice lui stesso – che si trovano non solo nei paesi del Mediterraneo ma anche ben più lontane. Il Cav. Eugenio Benedetti Gaglio, imprenditore, filantropo e esperto di storia antica, con molta umiltà, con l’occasione, ha però voluto sottolineare che questo volume è stato scritto per permettere ai giovani visitatori della Tenuta di Sant’Egidio, mirabilmente gestita dalla figlia Azzurra e dal marito Gianfranco, di avere una guida per esplorare meglio quello che, sul Monte Cimino, resta del passaggio degli Etruschi e dei loro discendenti, fino ad arrivare fino ai giorni nostri. Nelle sue 219 pagine, RASNAL ZILATH MEXL, grazie a illustrazioni e documenti originali, l’autore è riuscito a sintetizzare decine di pubblicazioni e studi storici e archeologici che, dopo ben quattro anni di ricerche, riaprono l’ ipotesi decisamente suggestiva quanto affascinante della massiccia presenza degli Etruschi sul territorio laziale e toscano, motivata anche dalla quantità di giacimenti metalliferi che furono necessari per forgiare i loro utensili ed armi, ancora oggi così ben conservati nei vari musei disseminati sul territorio italiano. Ma, come rivelato alla fine della giornata, il nostro infaticabile Eugenio guarda già altrove. Infatti non ha nemmeno terminato di mettere il punto sull’ultima pagina del libro che già ha iniziato a scriverne un altro, più intimista: la sua vita raccontata attraverso oggetti e vicende che danno vita a novelle che, mescolando storie ed aneddoti personali, permettono ancora una volta al lettore di vivere altre storie attraverso le mirabolanti vicende di chi ha conquistato paesi e onore sotto un’unica divisa, o meglio un motto: Per aspera ad astra. Impossibile aggiungere altro…
NewTuscia – SORIANONELCIMINO – "Rasnal Zilath Mexl" è l'undicesimo libro di Eugenio Benedetti Gaglio. Il volume racconta e descrive, con il supporto di studi storici e archeologici, un'ipotesi suggestiva e affascinante: gli Etruschi dopo il Mille a. C. erano di casa anche nell'entroterra dell'antica Etruria, tanto da considerare il Monte Cimino, un vulcano in origine, come luogo sacro di quelle popolazioni partite dalla lontana penisola Anatolica per giungere a insediarsi sui lidi del Tirreno. Non senza i riferimenti ai loro più vicini progenitori (gli Ittiti) e a quelli più lontani (gli Egizi).
Una ricerca nella preistoria, nella storia e nella leggenda. Fino a far spuntare un interrogativo affascinante: anche Soriano era una città Etrusca?
"Appuntamento con gli Dei ittiti ed etruschi", come sottotitolo, è il libro edito dalla casa editrice EDP (Editions du Precurseur) del Principato di Monaco, che sarà presentato il 1° novembre alle ore 12 a Villa Benedetti, situata sul pendio del Monte Cimino alle porte di Soriano. Per l'occasione, seguirà il concerto dell'ensemble "La lira di Orfeo" con il Maestro Raffaele Pe. A poco più di un anno dalla presentazione del precedente lavoro del Cavalier Benedetti – "Il mio Karma, c'était écrit" (Edition du Précurseur Monaco), sua ultima opera autobiografica – arriva a compimento il nuovo lavoro dell'autore, che si è rituffato nella ricerca e analisi delle testimonianze storiche a lui intimamente più vicine. Fino a ricostruire un viaggio che trova elementi di suggestione – ma non solo – tra i territori del centro Italia.
Il titolo del libro di Benedetti Gaglio prende spunto dalla definizione, la più accreditata oggi tra gli etruscologi, attribuita al supremo magistrato delle dodici città della lega Etrusca: Rasnal Zilath Mexl. Una carica ritenuta equivalente a quella del futuro console romano. "E' il mio tributo ai Lucumoni Etruschi – ha detto il Cavalier Benedetti – che ogni anno salivano sul Monte Cimino per eleggere il loro supremo Magistrato. Lo facevano parlando una lingua ancora in parte sconosciuta, la cui interpretazione affideremo ai ragazzi dell'Associazione no profit Gestione ed Educazione Ambientale (GEA), che opera sul Monte Cimino, con la promessa di accompagnarli nel VI secolo avanti Cristo per condurli alla ricerca dei loro misteri".
La GEA, costituita dalla figlia Azzurra Benedetti, si occupa della gestione del Bosco didattico "Tenuta di Sant'Egidio", a Soriano nel Cimino, aperto per le visite agli studenti delle scuole di ogni ordine. Lo stesso bosco ospita, tra le altre installazioni, l'unica barca cinese esistente al mondo fuori dalla Cina (come è stato rimarcato dall'ambasciatore di Pechino, Li Ruiyu): è un vascello di marmo da cento tonnellate, donato dal governo cinese per i 70 anni del Cavalier Benedetti. È una replica esatta, in scala 1:3, della Barca di marmo dell'Imperatrice cinese Ci Xi, situata nel Palazzo d'Estate a Pechino.
"Rasnal Zilath Mexl" è l’undicesimo libro di Eugenio Benedetti Gaglio. Il volume racconta e descrive, con il supporto di studi storici e archeologici, un’ipotesi suggestiva e affascinante: gli Etruschi dopo il Mille a. C. erano di casa anche nell’entroterra dell’antica Etruria, tanto da considerare il Monte Cimino, un vulcano in origine, come luogo sacro di quelle popolazioni partite dalla lontana penisola Anatolica per giungere a insediarsi sui lidi del Tirreno. Non senza i riferimenti ai loro più vicini progenitori (gli Ittiti) e a quelli più lontani (gli Egizi).
Una ricerca nella preistoria, nella storia e nella leggenda. Fino a far spuntare un interrogativo affascinante: anche Soriano era una città Etrusca?
"Appuntamento con gli Dei ittiti ed etruschi", come sottotitolo, è il libro edito dalla casa editrice EDP (Editions du Precurseur) del Principato di Monaco, che sarà presentato il 1° novembre alle ore 12 a Villa Benedetti, situata sul pendio del Monte Cimino alle porte di Soriano. Per l’occasione, seguirà il concerto dell’ensemble "La lira di Orfeo" con il Maestro Raffaele Pe.
A poco più di un anno dalla presentazione del precedente lavoro del Cavalier Benedetti – "Il mio Karma, c’était écrit" (Edition du Précurseur Monaco), sua ultima opera autobiografica – arriva a compimento il nuovo lavoro dell’autore, che si è rituffato nella ricerca e analisi delle testimonianze storiche a lui intimamente più vicine. Fino a ricostruire un viaggio che trova elementi di suggestione – ma non solo – tra i territori del centro Italia.
Il titolo del libro di Benedetti Gaglio prende spunto dalla definizione, la più accreditata oggi tra gli etruscologi, attribuita al supremo magistrato delle dodici città della lega Etrusca: Rasnal Zilath Mexl. Una carica ritenuta equivalente a quella del futuro console romano. "E’ il mio tributo ai Lucumoni Etruschi – ha detto il Cavalier Benedetti – che ogni anno salivano sul Monte Cimino per eleggere il loro supremo Magistrato. Lo facevano parlando una lingua ancora in parte sconosciuta, la cui interpretazione affideremo ai ragazzi dell’Associazione no profit Gestione ed Educazione Ambientale (GEA), che opera sul Monte Cimino, con la promessa di accompagnarli nel VI secolo avanti Cristo per condurli alla ricerca dei loro misteri".
La GEA, costituita dalla figlia Azzurra Benedetti, si occupa della gestione del Bosco didattico "Tenuta di Sant’Egidio", a Soriano nel Cimino, aperto per le visite agli studenti delle scuole di ogni ordine. Lo stesso bosco ospita, tra le altre installazioni, l’unica barca cinese esistente al mondo fuori dalla Cina (come è stato rimarcato dall’ambasciatore di Pechino, Li Ruiyu): è un vascello di marmo da cento tonnellate, donato dal governo cinese per i 70 anni del Cavalier Benedetti. È una replica esatta, in scala 1:3, della Barca di marmo dell’Imperatrice cinese Ci Xi,situata nel Palazzo d’Estate a Pechino.
SORIANO NEL CIMINO (Viterbo) - Sarà presentato il 1° novembre a Villa Benedetti, situata sul pendio del Monte Cimino alle porte di Soriano, il libro "Rasnal Zilath Mexl" l'undicesimo volume di Eugenio Benedetti Gaglio.
Il libro – con sottotitolo "Gli Dei ittiti ed etruschi" – racconta e descrive, con il supporto di studi storici e archeologici, un'ipotesi suggestiva: gli Etruschi dopo il Mille a. C. erano di casa anche nell'entroterra dell'antica Etruria, tanto da considerare il Monte Cimino, un vulcano in origine, come luogo sacro di quelle popolazioni partite dalla lontana penisola Anatolica per giungere a insediarsi sui lidi del Tirreno. Non senza i riferimenti ai loro più vicini progenitori (gli Ittiti) e a quelli più lontani (gli Egizi).
Una ricerca nella preistoria, nella storia e nella leggenda. Fino a far spuntare l'interrogativo se anche Soriano fosse una città Etrusca.
Il titolo del libro di Benedetti Gaglio prende spunto dalla definizione, la più accreditata oggi tra gli etruscologi, attribuita al supremo magistrato delle dodici città della lega Etrusca: Rasnal Zilath Mexl. Una carica ritenuta equivalente a quella del futuro console romano. "È il mio tributo ai Lucumoni Etruschi – ha detto Benedetti – che ogni anno salivano sul Monte Cimino per eleggere il loro supremo Magistrato. Lo facevano parlando una lingua ancora in parte sconosciuta, la cui interpretazione affideremo ai ragazzi dell'Associazione no profit Gestione ed Educazione Ambientale (GEA), che opera sul Monte Cimino, con la promessa di accompagnarli nel VI secolo avanti Cristo per condurli alla ricerca dei loro misteri".
La GEA, costituita dalla figlia Azzurra Benedetti, si occupa della gestione del Bosco didattico "Tenuta di SantEgidio", a Soriano nel Cimino, aperto per le visite agli studenti delle scuole di ogni ordine. Lo stesso bosco ospita, tra le altre installazioni, l'unica barca cinese esistente al mondo fuori dalla Cina (come è stato rimarcato dall'ambasciatore di Pechino, Li Ruiyu): è un vascello di marmo da cento tonnellate, donato dal governo cinese per i 70 anni di Benedetti. È una replica esatta, in scala 1:3, della Barca di marmo dell'Imperatrice cinese Ci Xi, situata nel Palazzo d'Estate a Pechino.
SORIANO NEL CIMINO (Viterbo)- "Rasnal Zilath Mexl" è l'undicesimo libro di Eugenio Benedetti Gaglio. Il volume racconta e descrive, con il supporto di studi storici e archeologici, un'ipotesi suggestiva e affascinante: gli Etruschi dopo il Mille a. C. erano di casa anche nell'entroterra dell'antica Etruria, tanto da considerare il Monte Cimino, un vulcano in origine, come luogo sacro di quelle popolazioni partite dalla lontana penisola Anatolica per giungere a insediarsi sui lidi del Tirreno. Non senza i riferimenti ai loro più vicini progenitori (gli Ittiti) e a quelli più lontani (gli Egizi).
Una ricerca nella preistoria, nella storia e nella leggenda. Fino a far spuntare un interrogativo affascinante: anche Soriano era una città Etrusca?
"Appuntamento con gli Dei ittiti ed etruschi", come sottotitolo, è il libro edito dalla casa editrice EDP (Editions du Precurseur) del Principato di Monaco, che sarà presentato il 1° novembre alle ore 12 a Villa Benedetti, situata sul pendio del Monte Cimino alle porte di Soriano. Per l'occasione, seguirà il concerto dell'ensemble "La lira di Orfeo" con il Maestro Raffaele Pe.
A poco più di un anno dalla presentazione del precedente lavoro del Cavalier Benedetti – "Il mio Karma, c'était écrit" (Edition du Précurseur Monaco), sua ultima opera autobiografica – arriva a compimento il nuovo lavoro dell'autore, che si è rituffato nella ricerca e analisi delle testimonianze storiche a lui intimamente più vicine. Fino a ricostruire un viaggio che trova elementi di suggestione – ma non solo – tra i territori del centro Italia.
Il titolo del libro di Benedetti Gaglio prende spunto dalla definizione, la più accreditata oggi tra gli etruscologi, attribuita al supremo magistrato delle dodici città della lega Etrusca: Rasnal Zilath Mexl. Una carica ritenuta equivalente a quella del futuro console romano. "E' il mio tributo ai Lucumoni Etruschi – ha detto il Cavalier Benedetti – che ogni anno salivano sul Monte Cimino per eleggere il loro supremo Magistrato. Lo facevano parlando una lingua ancora in parte sconosciuta, la cui interpretazione affideremo ai ragazzi dell'Associazione no profit Gestione ed Educazione Ambientale (GEA), che opera sul Monte Cimino, con la promessa di accompagnarli nel VI secolo avanti Cristo per condurli alla ricerca dei loro misteri".
La GEA, costituita dalla figlia Azzurra Benedetti, si occupa della gestione del Bosco didattico "Tenuta di Sant'Egidio", a Soriano nel Cimino, aperto per le visite agli studenti delle scuole di ogni ordine. Lo stesso bosco ospita, tra le altre installazioni, l'unica barca cinese esistente al mondo fuori dalla Cina (come è stato rimarcato dall'ambasciatore di Pechino, Li Ruiyu): è un vascello di marmo da cento tonnellate, donato dal governo cinese per i 70 anni del Cavalier Benedetti. È una replica esatta, in scala 1:3, della Barca di marmo dell'Imperatrice cinese Ci Xi, situata nel Palazzo d'Estate a Pechino.
Nota storico-biografica
Eugenio Benedetti Gaglio nasce a Catania il 22 novembre 1929. Imprenditore e filantropo, dal 2014 è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Benedetti ha viaggiato per sessant'anni "oltre tutte le Cortine" (citazione di Gianni Letta), consentendo a molte primarie aziende italiane di realizzare impianti "chiavi in mano" nei più svariati settori (dal tessile all'alimentare, dal farmaceutico al metallurgico, dal chimico all'elettrotecnico) in molti Paesi stranieri. Impiantando così fabbriche a tecnologia italiana in Russia, in Cina, in Uzbekistan, in Angola e in tanti altri Paesi del mondo. Un pioniere la cui opera consente oggi ai nostri marchi e alla nostra manifattura. Per questo l'imprenditore siciliano trova ancora oggi in quei Paesi un'accoglienza calorosa, per il credito guadagnato con le sue operazioni.
Successivamente il "Marco Polo" di Catania (definizione coniata per Benedetti dal governo cinese) si è dedicato ad opere e iniziative filantropiche e umanitarie.
Dal 2009, insieme alla moglie Anna Maria ha iniziato la collaborazione con la S.I.B. (Società Italiana di Beneficenza), istituita in Egitto nel 1864 e realizzatrice – nel 1903 – dell'Ospedale Italiano al Cairo "Umberto I" (fondato dal prozio materno di Eugenio, Empedocle Gaglio).
Benedetti ha poi esteso l'opera della S.I.B. originaria a quattro nuove fondazioni omonime: una in Italia con sede a Roma, una in Svizzera con sede a St. Moritz, una terza nel Principato di Monaco e l'ultima in Egitto. Sono riunite nel Comitato di coordinamento "S.I.B. Benedetti Foundations" per svolgere intense attività umanitarie: dal sostegno ospedaliero ai simposi e congressi scientifici.
Per informazioni e accrediti all'evento del 1° novembre pv a Soriano nel Cimino scrivere a: segr.fondazionisibbenedetti@gmail.com
Comunicato stampa – A Roma, nella splendida cornice di Villa Laetitia, alla presenza di una significativa rappresentanze di personalità diplomatiche e istituzionali italiane e monegasche, lo scorso 26 marzo si è svolta una serata celebrativa all’insegna della cultura e dell’amicizia. Complice Anna Fendi che ha approfittato dell’occasione per festeggiare 90 anni (con l’augurio di diventare sempre più giovane, cit.), il suo caro amico, il Cav. Eugenio Benedetti Gaglio affiancato dalla moglie Annamaria ha illustrato i punti cardine della sua ultima opera letteraria ‘Il mio Karma, c’était écrit’, edito da EDP Monaco. Il volume autobiografico, presentato in anteprima a Monaco lo scorso 1 novembre 2022 nell’ambito delle diverse manifestazioni previste durante la Settimana della lingua italiana nel mondo, è stato particolarmente apprezzato dal S.E. Giulio Alaimo, ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco che lo ha commentato prendendo spunto da quanto asserito nella prefazione dall’ex Presidente del Consiglio Nazionale Stéphane Valeri (attuale AD del gruppo SBM) che ha descritto il libro come l’opera di un italiano giovane dal passato antico.
“Eugenio Benedetti Gaglio è uno dei più grandi dei più noti più apprezzati imprenditori italiani nel mondo ma anche un prolifico scrittore, la cui perfetta narrazione ci permette di conoscere alcune delle vicende della incredibile vita di un ultra novantenne. Una storia che ha avuto inizio nella sua terra natia, la Sicilia degli anni ’30, fino ad arrivare alla contemporaneità; e sviluppandosi essenzialmente nella parte dell’Asia centrale nella quale il nostro per tanti anni ha vissuto e lavorato fino ad arrivare in Cina ai tempi di Chiun Lai di cui è stato per vent’anni amico personale”.
“Quarant’anni fa a Mosca mi fu conferito il Premio Internazionale Mercurio d’Oro, esattamente il 1 febbraio 1981: il Ministro per il Commercio Estero, Patolichev, ed il Ministro per il Commercio Interno dell’URSS, Terekh, pronunciarono insieme una orazione per celebrare il raggiungimento del numero di cento fabbriche da me fino allora costruite e funzionanti in URSS: da quella motivazione nacque il mio libro di memorie, intitolato “C’era una volta il KGB“, che fu onorato da Gianni Letta con una magistrale prefazione, grazie alla quale il Presidente Giorgio Napolitano mi conferì, motu proprio il Cavalierato di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana” ha affermato nel suo intervento il Cav. Benedetti che non ha mancato di citare i nomi tra le altre cose, delle molte Aziende italiane che ha introdotto in Cina.
“Forse fra 7 anni, quando compirò i 100 anni, faremo una festa tutti insieme … non importa sotto quali etichette o bandiere, ciò che importa è la trasformazione di intere Regioni da agricole e pastorali in industriali, ciò che vale è la creazione di sempre nuove ricchezze e nuove fonti di lavoro!” ha aggiunto Benedetti, che con la moglie ed i figli Eugenio Maria ed Azzurra si dedica da anni alle attività benefiche delle sue Fondazioni e associazioni con finalità culturali e terapeutiche già attive in Egitto ed in Svizzera ed a Monte Carlo, annunciando poi di volersi dedicare ad un nuovo progetto archeologico davvero “imperiale”.
Per farlo ha citato Chateaubriand, “pensare al passato guardando il futuro”ed ha proseguito dicendo: “quando ho festeggiato al Cairo i miei 90 anni, ho parlato a lungo del mio DNA, della mia corazza di poteri immunitari e immunogeni: il cosiddetto Assedio Bianco, la famosa ghiandola pineale che Cartesio definì la sede dell’anima, che secerne la melatonina, considerata il terzo occhio o il Santo Graal perché è l’unica zona del cervello a non avere un duplicato. Gli indiani la chiamano il sesto CHAKRA perché produce la dimetiltriptammina un vero e proprio elisir d’immortalità. Ma in realtà no, non voglio rubare la scena ai miei amici Giulio Maira e Silvestro Dorati ma sono con loro d’accordo si potrà prolungare la vita, senza bisogno di trasfusione di cellule staminali, infiltrazioni di cellule mesenchimali per la ricrescita biologica dei tessuti. Io credo soprattutto nella necessità di inventare nuovi obiettivi che ci stimolino a nuove imprese. E’ come un cerchio magico, che moltiplica la gioia di vivere”.
Nel suo discorso, il Cav. Benedetti non ha esitato infine ad esortare tutti i presenti:“Se potete seguiteci dunque, e lavoriamo insieme a crearci interessi sempre nuovi, a moltiplicare la nostra energia ricaricandoci in modi sempre diversi, attuando così la regola di Einstein: “il tempo scorre più lentamente quando è vissuto più intensamente”. Ma fin da ora posso già annunciare il mio prossimo libro, che uscirà nel 2024 che sarà dedicato ai LUCUMONI Etruschi che ogni anno salivano il Monte Cimino per eleggere il loro supremo Magistrato: RAZNAL ZILATH MEXL. Lo facevano parlando una lingua ancora in parte sconosciuta, la cui interpretazione affideremo ai ragazzi che compongono l’Associazione non profit ‘Gestione ed Educazione Ambientale‘ (GEA), con la promessa di accompagnarli nel VI secolo AC per condurli alla ricerca dei loro misteri”.
La serata, allietata dalla performance di un quartetto di musicisti d’eccezione composto da David Lefèvre, Primo Violinista e super solista, accompagnato dai suoi amici dell’Orchestra Filarmonica del Principato di Monaco, Sorin Orcinski, Alexandre Fougerouxe la partecipazione straordinaria della pianista Katherine Nikitine, si è conclusa con l’applauso ad Anna Fendi che ha spento ufficialmente 9 candeline, affiancata dalle figlie, i nipoti ed il compagno, uniti a lei per questa speciale ricorrenza, indimenticabile per tutti gli ospiti ed amici invitati a questa serata sicuramente irripetibile!
Magnifique soirée culturelle pour la présentation du livre d’Eugenio Benedetti Gaglio « Il mio Karma » à @VillaLaetitia en compagnie de l’Ambassadeur d’Italie à Monaco, S.E. M. Giulio Alaimo. En présence d’Anna@Fendi et du Ministre des Affaires Étrangères @Antonio_Tajani. pic.twitter.com/OhqA1Tla0T
— Ambassade de Monaco à Rome (@AmbMC_in_Italia) March 27, 2023
IL CAIRO, 10 GEN - La romanzesca genesi dell'Ospedale italiano del Cairo, strettamente legata alla Casa Reale egiziana a cavallo tra Ottocento e Novecento, viene rievocata in alcune pagine di un libro pubblicato di recente da un pronipote del suo fondatore Empedocle Gaglio.
Il nosocomio, intitolato a re "Umberto I", è un punto di riferimento sanitario d'eccellenza per l'intero Egitto. Nel libro "Il mio Karma" scritto per i tipi "Edp Monaco" da Eugenio Benedetti Gaglio, ex-imprenditore e da anni presidente della Società Italiana di Beneficenza (S.I.B.) Fondazione Benedetti, si ricorda come la struttura abbia curato anche "due generazioni di Reali d'Egitto".
Il principe Fuad, poi divenuto sovrano dopo l'abdicazione del fratello, Hussein Kamil, studiò per molti anni in Italia, tra Roma, Torino e Napoli, dove ottenne il "titolo di Maestro della più ininterrotta 'Comunità Massonica di Rito Egizio Tradizionale'", scrive Benedetti il quale ricorda che anche Empedocle "era affiliato" alla "Massoneria Egiziana" nella città partenopea.
"Fuad chiaramente mirava a crearsi al Cairo un suo 'Fiduciario italiano' personale", sostiene il pronipote nel libro pubblicato in autunno e che, in queste pagine, riprende una ricostruzione fatta l'estate scorsa dal quotidiano egiziano Al Akhbar: all'avo (cognato della nonna materna, Eugenia Gaglio) fu conferito l'incarico di "Medico della Real Casa".
Nella capitale egiziana Empedocle, nato nel 1868 ad Agrigento, era arrivato poco prima vincendo un concorso bandito dall'Università di Roma per un "chirurgo residente al Cairo" senza specificarne le mansioni: una circostanza che induce Benedetti a evocare velatamente che fosse tutto già combinato grazie all'appoggio del re Umberto I per il giovane principe egiziano, il quale considerava l'Italia come una sua seconda Patria per i lunghi anni ivi vissuti sotto la protezione sabauda.
La personale protezione del sovrano e la promessa di ripianare qualsiasi disavanzo del nosocomio, nel racconto di Benedetti, sono dovute soprattutto all'intervento con cui Gaglio salvò la vita a Fuad cui il fratello della sua consorte, la principessa Shivakiar Hanum, aveva tirato "una pistolettata in faccia": con un "tempestivo intervento", il medico gli estrasse con successo la pallottola "conficcata alla gola".
L'Ospedale venne costruito in meno di un anno tra il 1901 e il 1902 su un terreno di "ben 15.000 metri quadrati" donato dalla Casa Reale nel quartiere di Abbasieh, dove è tutt'ora e fu intitolato alla memoria dell'appena assassinato re Umberto in segno di gratitudine per il suo sostegno politico. La direzione, ovviamente, fu affidata a Gaglio.
"Fuad, e dopo di lui Farouk, protessero Empedocle per tutta la vita fino ad esentarlo dall'internamento (militare) durante la guerra", scrive Benedetti: "egli fu l'unico italiano in Egitto a circolare libero con la sua auto (una Bugatti d'epoca)" e poté giustificare presso il suo ospedale "ogni degenza di prigionieri italiani, ospitati", sulla "parola", "in estradizione dai campi britannici d'internamento bellico".
L'Association de Bienfaisance Eugenio Benedetti Gaglio collabora con il Centro Ospedaliero Princesse Grace per contribuire allo sviluppo di questa terapia alternativa.
Disegno, pittura, collage, musica, fotografia o anche scultura... Lungi dall'essere confinata in una semplice disciplina, l'arteterapia potrebbe consentire di utilizzare la creazione artistica come mezzo per "penetrare i problemi inconsci dell'individuo e portarlo a una trasformazione positiva di se stesso", secondo il sito specializzato Psychologies.com.
La pratica non è ancora rimborsata in Francia dalla previdenza sociale, ma è coperta (totalmente o parzialmente) da alcune mutue assicurative, in terapia alternativa e medicina alternativa.
E per una buona ragione: i suoi benefici sembrano essere sempre più riconosciuti dalla sfera medica, soprattutto in quella psichiatrica e psicologica. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha persino pubblicato uno studio, nel 2019, attestante che le attività artistiche e culturali hanno davvero un'influenza positiva sul benessere psicofisico.
A Monaco, questa terapia alternativa è attivamente sostenuta dall'Association de Bienfaisance Eugenio Benedetti Gaglio. Obiettivo: promuovere la qualificazione e la formazione di operatori e tecnici del settore psichiatrico e psicosociale, e più in particolare di psicoterapeuti e arteterapeuti. L'Associazione organizza anche simposi, seminari, incontri e conferenze per promuovere l'arteterapia e le sue virtù.
Infine, l'organizzazione sostiene il CHPG e la sua Unità di Psichiatria e Psicologia medica, al fine di consentire a pazienti con disturbi psicologici o psichiatrici di beneficiare dell'arteterapia.
In onore di questa Associazione è stato addirittura creato un francobollo nel 2021, data di commemorazione del 60° anniversario della morte di Carl Gustav Jung, padre della psicoanalisi, il cui fratello di Eugenio Benedetti, il professor Gaetano Benedetti Gaglio, è stato discepolo per dieci anni in Svizzera.
In un'intervista concessa alla rivista online italiana QE Magazine, la dottoressa Valérie Aubin, responsabile del dipartimento di psichiatria del CHPG, ha ripreso la collaborazione tra l'Associazione e il Centro Ospedaliero: "Ci siamo incontrati tramite l'allora Direttore del CHPG, nel 2015 Patrizio Bini. I coniugi Benedetti hanno voluto offrire l'aiuto della loro fondazione al reparto di psichiatria che dirigo, e ho subito apprezzato il loro interesse per la mia specialità.
Hanno suggerito diverse possibilità di collaborazione, hanno tenuto conto delle nostre esigenze e hanno deciso di accompagnarci in alcune, come i disturbi bipolari. (…) La nostra prima collaborazione si è concretizzata il 30 marzo 2016, grazie all'organizzazione di una magnifica serata al Museo Oceanografico, per la Giornata Mondiale del Bipolare, con prestigiosi psichiatri, come i professori Benoît, di Nizza, e Bellivier, personalità parigine e monegasche , il tutto in presenza e sotto l'Alto Patronato della Principessa Carolina di Hannover.".
Il sostegno dell'Associazione ha così permesso al CHPG di strutturare questa attività, grazie all'assunzione di Sabrina Mazzola, arteterapeuta qualificata, che ha potuto condurre un gruppo terapeutico due volte a settimana nella struttura extraospedaliera del Giardino delle Rose.
Dalla pandemia di Covid-19 e dal primo ricovero, il CHPG ha ulteriormente sviluppato l'arteterapia all'interno dei reparti di ricovero psichiatrico, sempre grazie al sostegno economico dell'Associazione, con l'intervento di una seconda arteterapeuta, Monica Di Rocco.
Il CHPG collabora anche con il Nuovo Museo Nazionale di Monaco. Si segnala inoltre che, per la prima volta, il Dottor Aubin ed i suoi collaboratori specializzati in arteterapia hanno partecipato al 22° Congresso ISPS [Società Internazionale per gli Approcci Psicologici e Sociali alla Psicosi, ndr] a Perugia, Italia, all'inizio di settembre. che prevede una sezione specificatamente dedicata all'arteterapia: "questo ha permesso ai nostri due professionisti dell'arteterapia di presentare il loro lavoro all'interno di un simposio specifico, ma anche di confrontarsi con i colleghi e arricchire la loro pratica. Abbiamo avuto la possibilità di inviare una delegazione di cinque persone, che moltiplicherà le possibilità di scambi e contatti e manterrà, se necessario in quanto già tutte coinvolte, la motivazione di tutta l'équipe", ha aggiunto la dottoressa Aubin.
Abbastanza per dare nuova vita a questa medicina alternativa che, secondo Santé Magazine, è particolarmente efficace nell'aiutare i pazienti che hanno difficoltà ad esprimersi verbalmente o che soffrono di disturbi psichiatrici o legami sociali.
L'arteterapia potrebbe anche aiutare le persone che soffrono di dipendenze, il morbo di Alzheimer o che hanno subito traumi, così come i pazienti con disabilità motorie o mentali. Infine, l'arteterapia permetterebbe di ricostruire un'immagine positiva di sé, di curare lo stress e le fobie, di alleviare le persone con una malattia somatica o semplicemente di ricostruire se stessi dopo una perdita emotiva o professionale.
E voglio svelarne un segreto, che forse influenzò l'intera mia vita.
Mia Nonna era nata il 5 Novembre del 1868, lo stesso giorno dello stesso mese e dello stesso anno di Empedocle, una coincidenza straordinaria, che non poté non influire sul destino di Empedocle.
Sposa (sedicenne) del fratello maggiore Calogero, ella non poté sfuggire alla personalità del cognato, chiamato dal destino a costruire l'Ospedale italiano al Cairo, ed a curare due generazioni di Reali d'Egitto: nel suo testamento, alla vigilia della sua morte (nel luglio 1943) ella volle menzionare quel vincolo affettivo, destinando la somma di un milione di lire dell'epoca, in Buoni del Tesoro della Banca d'Italia, all'Ospedale ancora diretto da Empedocle: passata la guerra, toccò a me, nel 1948, andare in Egitto a consegnare quel "legato", ancora di valore ragguardevole, a mani del cognato ancora vivente!
Svelo quindi il mistero di quel viaggio, anche se non mi sarebbe lecito sollevare un lembo sulla "platonica attrazione" che accostava l'illibata virtù d'una fanciulla siciliana dell'800, alla romanzesca vicenda d'un chirurgo, suo mirabile coetaneo... un mistero, innanzi al quale i Nipoti e Pronipoti della Sua Missione, ancora s'inchinano!
Permettetemi ora di sollevare un velo (rispettoso) su alcuni "retroscena" che avvalorano l'intera mia narrazione.
Nel 1948, mi recai al Cairo, ed Empedocle invitò nella sua villa ad Abbasieh l'alta società egiziana, orgoglioso di presentare (finalmente) un "suo discendente, e consanguineo" d'una Famiglia di cui tutti avevano sentito parlare!
Fui quindi l'oggetto della curiosità generale, e non posso negare che... mi sentivo importante: non sono mai stato timido, ma quella sera fu il mio "battesimo del fuoco":
non posso dimenticare il gesto di Empedocle quando "sciorinò" innanzi agli occhi di tutti i suoi ospiti... quel che io, gli avevo portato, ultimo messaggio di mia Nonna (e sua cognata) Eugenia: un plico contenente un milione in lire in "Buoni del Tesoro Trentennali" della Banca d'Italia: come già premesso, era un legale testamento di mia Nonna, e istituito poco prima della sua morte (luglio 1943)... allor quando un milione era ancora un milione!
Ancora nel 1948, al momento di quella mia prima (ed ultima!) visita ad Empedocle, la lira conservava un notevole valore, nonostante la catastrofe post bellica... ma ciò non importava, agli Ospiti egiziani di quella notte! quel che contava era il gesto, sia pure postumo, di quella grande Dama d'Italia, che Empedocle raccolse, senza celare un suo groppo di pianto, nel ripercorrere innanzi a tutti la sua storia, che qui voglio rievocare in modo definitivo!
Cominciamo con l'arrivo di Empedocle in Egitto, quando egli vinse un concorso (bandito dall'Università di Roma) come "chirurgo residente al Cairo": ma le sue mansioni non erano specificate! di che cosa si trattava?
Perché quel concorso... che appariva basato sul nulla? Merita davvero scrutare nella vita di Fuad, per scoprire che quel Principe (futuro monarca) aveva compiuto i suoi studi in Italia, ove aveva vissuto lungamente, conseguendo:
Quell'indubbio amore per l'Italia, di cui parlava perfettamente la lingua, indusse Fuad a fondare l'Università italiana del Cairo, chiamando ad essa illustri nomi di docenti italiani quali i professori Guidi, Meloni, Nellino, Santilli ed altri.
Fuad chiaramente mirava a crearsi al Cairo un suo "Fiduciario italiano" personale, sul quale poter contare, al di là dei canali diplomatici: vogliamo ipotizzare un collegamento coi "Servizi Segreti?" ciò è più che probabile, e giustifica anche l'incarico conferito ad Empedocle quale "Medico della Real Casa", già alla fine degli Anni Novanta.
In quella "visione ottica", re Fuad intendeva avere al suo fianco uno specialista, esperto di medicina: Empedocle venne quindi investito solamente dalla nomina di "Medico della Famiglia Reale", con residenza al Palazzo Abdine: l'Ospedale non era allora neppure progettato! fu un presentimento di Fuad? sarà infatti Empedocle a salvargli la vita, con il suo tempestivo intervento, nel fatale giorno dell'attentato.
A quel tempo, Fuad combatteva un suo "matrimonio... disastroso" contro la Principessa Shivakiar Hanum, ricchissima ereditiera di sangue reale, la cui avventura l'avrebbe condotta a tre divorzi con quattro mariti successivi (Wikipedia): l'inevitabile rottura armò la mano del fratello di Shivakiar, il principe Ahmad Saif ud-din Ibrahim, che attentò alla vita di Fuad, tirandogli una pistolettata in faccia.
Quell'incidente, che avrebbe potuto essergli fatale, fu la "chiave della fiducia" del sovrano verso Empedocle, che intervenne ad operarlo, estraendogli la pallottola conficcata alla gola: la cicatrice rimasta a Fuad, valse a ricordargliene la riconoscenza per tutta la vita.
Tutto ciò accadde ben prima della costruzione dell'Ospedale.
Il caso, (cioè il Karma), ne aveva ordito l'intera trama, sin dal giorno dell'ammissione di Fuad alla Massoneria Egiziana a Napoli (della quale anche Empedocle era affiliato):
il Karma aveva prestabilito il drammatico salvataggio di Fuad, indi la gratitudine, infine il progetto dell'Ospedale, sotto la Sua personale protezione! ... il ché spiega tutto, anche il nome (Umberto I era ancora vivente, morirà il 19 luglio 1900, a Monza: ma la decisione dell'Ospedale fu presa da Fuad e da Empedocle "Lui vivente") ... ciò spiega anche un progetto architettonico "fuori d'ogni visione ottocentesca": gli Amici che l'hanno visitato il giorno del mio 90° compleanno (15/11/2019) si sono resi conto della importanza di un edificio che ormai sfida i suoi 120 anni per l'ampiezza ed il fasto delle sue dimensioni!
Nel 1899 era nata la SIB {Società italiana di beneficenza), una fondazione senza fini di lucro, che accomunava i 50.000 italiani allora viventi in Egitto: una colonia molto benestante di proprietari agricoli e commercianti, che per Statuto si prefiggeva unicamente opere di beneficenza sociale.
Cominciò così l'epopea di Empedocle, al quale il monarca, per una "sovrana benedizione", aveva affidato il progetto dell'Ospedale: sembrava una fiaba, ma non lo era, poiché Fuad gli promise che la sarebbe intervenuto personalmente ad integrare ogni eventuale "disavanzo finanziario" nel raggiungimento degli obbiettivi prefissati per l'intera esecuzione del progetto.
La raccolta dei fondi fu imponente e, al di là da ogni aspettativa, avvenne un miracolo ... l'Ospedale venne costruito in meno di un anno, sul terreno di ben 15.000 metri quadrati, donato ad Abbasieh dalla Casa Reale che tutt'oggi ne testimonia l'importanza.
La prova (e conferma ufficiale), del "vincolo privilegiato" che unì l'intera vita di Re Fuad ad Umberto I, apparve anche formalmente all'atto del battesimo (dicembre 1902) dell'Ospedale al nome del (defunto) Re d'Italia. Come già precedentemente detto, malgrado il suo decesso fosse avvenuto ben due anni e mezzo prima (luglio 1900), si volle così onorarne la memoria, rendendola imperitura in Egitto: ed Empedocle, nominato Direttore, ne fu il promotore, (e l'animatore, così dichiarato dalla stampa dell'epoca).
Fuad, e dopo di lui, Farouk, protessero Empedocle per tutta la vita, fino ad esentarlo dall'internamento (militare) durante la guerra: ma non solo: Egli fu l'unico italiano in Egitto a circolare libero con la sua auto (una Bugatti d'epoca!) ... non solo esonerandolo dal coprifuoco ... ma anche giustificando ogni degenza di prigionieri italiani, ospitati, sotto la Sua semplice parola, in "estradizione dai campi britannici d'internamento bellico".
Quella sera del 1948, che segnò una svolta della mia giovinezza, Empedocle aveva convitato, "il fior fiore dell'alta società del Cairo", nella sua villa privata, e volle "mostrare" a tutti i suoi Amici quel suo "mitico nipote", che fieramente perpetuava il nome della sua "prediletta cognata" Eugenia ... della quale Egli presentò, con le lacrime agli occhi, il "tesoretto" del milione (di lirette prebelliche) in Buoni del Tesoro ... che allora valevano ancora qualcosa! Ma valse soprattutto la "gran scena", che commosse Empedocle inorgogliendolo innanzi ad un "parterre" dell'alta società cairota.
Innanzi tutto c'era Nelson Morpurgo (1899-1978), il capo di un gruppo di scrittori italiani (poeti, politici e artisti) che nel 1921, avevano fondato, proprio in Egitto, il "Movimento Futurista Italiano", e quella sera, egli mi donò il suo libro più famoso: "Il fuoco delle Piramidi".
Morpurgo è giustamente considerato il Fondatore del Movimento Futurista Italiano, e l'erede di Filippo Tommaso Marinetti (nato ad Alessandria nel 1877) il cui volume "Il fascino dell'Egitto" occupa un posto d'onore nella mia biblioteca ed è considerato un caposaldo del Futurismo.
Furono anni d'oro, per quel gruppo di artisti geniali, che trovarono la loro esaltazione nel "Manifesto della Donna Futurista", firmato da Valentina Vercelli ... c'era anche lei quella sera, povera Valentina, convertita alla religione islamica e sotto il nome di Rawhiya Nour El Din (Luce Spirituale della Religione), col suo grande amante Ricciotti Canuto ... (vissuta al Cairo dal 1924 fino alla morte nel 1953, ... chiusa in una "Mastaba", in completa indigenza, nella città dei morti!)
E ce ne lesse un brano commovente che voglio qui citare:
... "le Donne ... sono le Erinni, le Amazzoni, le Semiramidi, le Giovanna D'Arco, le Giuditta e le Carlotta Corday, le Cleopatra e le Messalina, sono le guerriere che combattono con più ferocia dei maschi, sono le amanti che incitano, sono le distruttrici che, spezzando i più deboli, agevolano la selezione attraverso l'orgoglio e la disperazione, la disperazione che dà al cuore il suo massimo rendimento!" ...
Empedocle dinanzi a tutti gli Ospiti, le rispose con un brano della sua prefazione al volume CYRNOS, dedicato alla "fusione tra Oriente e Occidente, le due civiltà fra loro nemiche o indifferenti, ma destinate ad incontrarsi ed a fondersi" ... quale predizione!
Ma la stella di quel cenacolo, brillò in un grande amico di Empedocle. Mohamed Mahmud Khalil Bey, mecenate e collezionista egiziano e promotore delle Arti Moderne in Egitto, di pochi anni più vecchio rispetto alla sua nascita (1877 contro 1868).
Fondatore della Banca d'Egitto, Egli aveva organizzato nel 1937 la prima Esposizione d'Arte Internazionale, dedicata all'Egitto come "Meré des Arts et des Techniques appliqués" e nello stesso anno, quale Ministro dell'Agricoltura era stato anche decorato del Cavalierato di Gran Croce dell'Ordine Italiano di San Maurizio.
In quel periodo, Mahmud Khalil aveva lanciato il Movimento Faraonico Nazionalista, battezzandolo "Reveil de l'Egypt", all'insegna della Nahda (il Rinascimento) mescolando nel suo MOMAC (Museo dell'Arte Moderna) pezzi d'arte contemporanea e macchine di tecnica moderna applicata e soprattutto dipinti dell'impressionismo francese:
da Monet a Gauguin, da Toulouse Lautrec a Van Gogh, da Roussea a Corot, e ne fece dono, alla sua morte, alla moglie, la bellissima Emilienne Luce, cantante e danzatrice francese, che vincendo una lunga battaglia giudiziaria, riuscì a trasferire l'intera proprietà al Museo da Lui istituito al Cairo, il Momac, nel Palazzo dove entrambi avevano felicemente vissuto, oggi ancora considerato uno dei più belli del Cairo.
Nel ricordare quel mio incontro con Mahmud Khalil, non posso fare a meno di menzionare la notte fatale del 4 febbraio 1942 quando Egli (in quel momento Presidente del Senato), fu chiamato da Re Farouk per costituire un Governo di opposizione all'Impero britannico ed al Wafd, rappresentato da Hussein Serry Pasha.
Ma l'intervento dei carri armati inglesi, del Generale Robert Stone, che circondarono per tredici ore il palazzo reale di Abdine "in combutta" con l'Ambasciatore britannico Miles Lampson (che ... giunse al punto di intimare a Faruk le dimissioni!), fece abortire quel coraggioso progetto, che avrebbe potuto cambiare la guerra ... nel momento in cui l'esercito italo-tedesco appariva "arenato nel deserto" ad El Alamein ... e questa è storia!
Non so se sopravvive la "Società Amici della Bellezza" fondata da Khalil nel 1924, ma certamente sopravvive il sogno di Khalil di un "Rinascimento Arabo" (Nahda).
Al di sopra di tutto, e contro tutti, l'Egitto ... sopravvive, perché, dice una poesia araba del 13° secolo:
"Tutte le cose temono il Tempo, ma il Tempo teme le Piramidi".
Roma, 16 DIC - Eugenio Benedetti Gaglio, un ex-imprenditore spesso impegnato in iniziative filantropiche e culturali che puntano a riannodare i millenari legami tra i popoli di Italia ed Egitto, ha ricevuto un pubblico encomio dall'ambasciatore cinese a Roma, Li Junhua, che l'ha definito fra l'altro "Marco Polo moderno" grazie stavolta a una "leggendaria" rete di relazioni con i vertici dello Stato cinese del passato.
Benedetti, presidente della Società Italiana di Beneficenza (Sib), è pronipote del fondatore dell'Ospedale italiano del Cairo "Umberto Primo" e, fra l'altro, ha contribuito all'organizzazione di pellegrinaggi sulle orme della Sacra Famiglia, di gemellaggi (Catania-Alessandria e Viterbo-Luxor), di mostre di repliche di antichità egiziane e di arte copta.
Ora però l'ambasciatore cinese, in un video registrato per una cerimonia che di recente ha avuto come protagonista il novantenne ex-imprenditore, ha sottolineato che Benedetti "è un buon amico di vecchia data del Popolo cinese e ha una storia leggendaria di relazioni con i leader della vecchia generazione in Cina".
Li, nel ricordare che l'ex-imprenditore "è sempre stato entusiasta nel promuovere gli scambi e la cooperazione tra i due Paesi", ha aggiunto che Benedetti "può essere chiamato Marco Polo moderno".
Nel riferirsi ad una scultura di cento tonnellate di peso riproduzione del cenotafio di un'imperatrice, Li ha affermato che "la Barca di marmo della collezione del dottor Benedetti è una testimonianza e l'epitome degli scambi tra i due Paesi".
"Replica della Barca Imperiale di marmo nel palazzo d'estate a Pechino", l'opera del "XIX secolo è stata progettata da artigiani cinesi della dinastia Qing in maniera innovativa", ossia "con elementi architettonici occidentali", ha ricordato Li definendo la scultura "uno specchio per la cultura cinese e quella italiana quando si guardano".
L'ambasciatore ha espresso l'augurio che "il popolo cinese e quello italiano possano apprezzarsi e rispettarsi" e che "la civiltà e la saggezza dei due paesi possano illuminarsi a vicenda creando sempre più splendori e bellezze".
Benedetti, come noto, è considerato uno dei primi ad aver riannodato i fili del commercio con la Cina isolata dopo la rivoluzione di Mao Tse Tung, da lui conosciuto di persona, come ricorda un suo libro. La fiducia del premier Ciu En Lai consentì all'imprenditore catanese di aprire miniere di marmo.
Riportiamo, qui di seguito, l'articolo estratto dal magazine monegasco "QE Magazine", redatto in occasione della pubblicazione del nono libro del Dott. Cav. Eugenio Benedetti Gaglio "Lettera Immaginaria":
IL CAIRO, 25 OTT - Eugenio Benedetti Gaglio, un ex-imprenditore spesso impegnato in iniziative filantropiche e culturali che puntano a riannodare i millenari legami tra i popoli di Italia ed Egitto, ha scritto un nono libro che viene presentato a Montecarlo.
Si tratta di una "Lettera immaginaria", questo il titolo del volume, scritta a un discendente ovviamente sconosciuto da Vincenzo Gaglio, un giudice, scrittore, storiografo e archeologo, nato nel 1735 e morto forse per avvelenamento a soli 42 anni.
"Gaglio assegna all'erede il compito di assicurare la continuità del proprio ricordo trasmettendo ai suoi discendenti il gusto delle belle lettere, quello della lettura dei testi antichi e dei loro saggi precetti", ha sintetizzato venerdì scorso il quotidiano "La Sicilia" recensendo il libro in vista della presentazione prevista per oggi.
Su questa base l'esistenza e le ricerche dell'avo vengono "raffrontate con la vita, il lavoro e le avventure del discendente che, da imprenditore, è stato con i Grandi della storia del Novecento".
Il catanese Benedetti Gaglio, presidente della Societa' italiana di Beneficenza (Sib), ha infatti operato da imprenditore in Russia, in Cina, in Uzbekistan, in Angola, e in tanti altri Paesi del mondo spesso dietro le "cortine di ferro" e i Muri dell'epoca.
Per quanto riguarda l'Egitto, il siciliano è discendente di Empedocle Gaglio, che ha rappresentato un legame fra Italia ed Egitto quale fondatore dell'Ospedale italiano del Cairo.
Fra le attività tese a costruire ponti fra i due Paesi e a cui Benedetti Gaglio ha contribuito negli ultimi anni ci sono raccolte di fondi di beneficenza per il nosocomio cairota, i pellegrinaggi sulle orme della Sacra Famiglia, gemellaggi (Catania-Alessandria e Viterbo-Luxor), mostre di repliche di antichità egiziane e di arte copta, la lapide ragusana in memoria del fondatore del Cairo, stage per studenti sul monte Cimino, contatti tra il Ministero della Cultura egiziano e il Teatro San Carlo.
Il volume "Lettera immaginaria" è edito in italiano e in francese come prima pubblicazione di una nuova casa editrice monegasca ("Edition du précurseur"). Fra i precedenti libri di Benedetti Gaglio ci sono testi di memorie intitolati "C'era una volta il Kgb" e "I capelli della Madonna e i marmi di Ciu En Lai". Nella foto: Eugenio Benedetti Gaglio.
Il 25 ottobre verrà presentato a Montecarlo "Lettera immaginaria" il nono libro di Eugenio Benedetti Gaglio, imprenditore, filantropo, scrittore e orgogliosamente catanese, edito in italiano e in francese, come prima pubblicazione di una nuova casa editrice monegasca "Edition du précurseur"
La "Lettera immaginaria" è quella scritta da Vincenzo Gaglio -giudice, scrittore, storiografo e archeologo, nato nel 1735 e morto (per avvelenamento?) a soli 42 anni nel 1777- ad un Discendente sconosciuto, che "perpetuerà, in qualche modo, il mio messaggio e l'eco della mia Voce in modo da tracciare un solco del mio passaggio ed essere il Testimonio della mia vita e dei miei atti perché la trama delle due nostre vite, io lo prevedo, é già intessuta da mille fili invisibili".
Eugenio Benedetti, dopo cinque generazioni, è l'erede, anche spirituale, del Gaglio a cui si sente vicino per il desiderio del sapere e della conoscenza, per la voglia e la ricerca di nuove scoperte e per la volontà di creare ponti tra le nazioni, sia dal punto di vista culturale che economico.
Il Gaglio assegna all'erede il compito di assicurare la continuità del suo ricordo trasmettendo ai suoi discendenti "il gusto delle belle lettere, quello della lettura dei testi antichi e dei loro saggi precetti". E su questo "fil rouge" che si articola il racconto del testo: la vita e le ricerche dell'avo raffrontate con la vita, il lavoro e le avventure del discendente che, da imprenditore, è stato con i Grandi della storia del Novecento. Ma chi è veramente Eugenio Benedetti, autore di questo libro?
Prendo a prestito le parole scritte da Gianni Letta nella prefazione al libro "C'era una volta il KGB" dello stesso autore.
"Un visionario, Eugenio Benedetti? Un sognatore? Tutt'altro. Questo imprenditore, viaggiatore, profeta, umanista e mercante era convinto che la strada del dialogo fosse l'unica possibile per gli "uomini di buona volontà" ai quali non avrebbe dovuto mai essere sbarrata o preclusa. E se, gli "altri" non dialogavano, beh! lui ci voleva provare. Non con le parole, ma con la circolazione del sapere e dei beni strumentali, con lo scambio delle esperienze. Per lui non c'erano, e non ci potevano essere "città proibite".
Ha contribuito così a riaprire, tra popoli formalmente nemici, la comunicazione interrotta sotto forma di macchinari, impianti industriali, innovazioni scientifiche, tecniche moderne, e gusto della vita e del lavoro, impiantando fabbriche "chiavi in mano" e tecnologia italiana, in Russia, in Cina, in Uzbekistan, in Angola, e in tanti altri Paesi del mondo. Un pioniere, la cui opera consente oggi ai nostri marchi e alla nostra manifattura, specie ad alto contenuto di sapere, di trovare in quei Paesi accoglienza calorosa proprio per il credito guadagnato allora da questo autentico "Marco Polo" di Catania che guarda al passato pensando al futuro. E' un invito a riflettere non solo, ma anche ad imitare l'inimitabile. Ad apprendere uno stile (i filosofi direbbero una "forma") da giocare nei tempi nuovi. Il succedersi veloce delle vicende, degli eventi, dei fatti di questa grande avventura sorprese e stupì gli stessi destinatari delle iniziative e delle opere di Benedetti. Primi fra tutti russi e cinesi che non mancarono di riconoscere i suoi meriti e la sua visione anticipatrice.
Questo meraviglioso sicitaliano (se mi perdonate il neologismo) dimostra, con la sua parabola esistenziale, che si può costruire un mondo dove sia più bello vivere. La positività della storia ha bisogno di persone come questo figlio cosmopolita di Catania, protagonista di incontri imprevedibili dove ha forgiato, come Vulcano nella sua officina dentro l'Etna, idee, inventiva, coraggio, e un'impagabile attitudine a tessere legami, a costruire ponti, a pensare che anche le montagne poste ai confini delle nazioni, non dividono i popoli ma sono cerniere di bellezza da scalare insieme per incontrarsi in cima.
Così, questo catanese senza frontiere, ha saputo trovare, come un rabdomante, interstizi invisibili nelle barriere d'acciaio o nelle cortine di ferro, sempre credendo nella possibilità di un incontro umano, di un'amicizia sincera. La quale, per essere davvero tale, non può essere soltanto affettiva, ma deve trasformarsi in effettiva. Cioè in commercio di cultura, e infine di merci, di beni materiali, come di opere d'arte".
Fin qui la presentazione dell'Autore, quella del libro è a cura di Jaques Boisson, Segretario di Stato del Principato di Monaco.
"L'essere umano è uno spirito alla continua ricerca di sé. Dedica la propria esistenza a cercare di scoprire chi è e da dove viene. A questa domanda esistenziale il Nostro ha cercato di trovare una risposta scavando nella propria storia familiare ed in particolare in quella, in parte misteriosa, di un trisavolo, Vincenzo Gaglio, di cui si sente il più vicino discendente e l'erede spirituale più diretto, colui che avrebbe ispirato le sue scelte e decisioni fondamentali, quelle che, hanno determinato e influenzato direttamente la sua vita.
"La Via della Seta ispira l'Autore senza troppe cerimonie e senza mezzi termini. Essa traccia un percorso che collega sia spiritualmente che culturalmente l'Oriente all'Occidente e l'Occidente all'Oriente. In questa opera molto originale e talvolta provocatoria, Eugenio Benedetti, con il potere della sua immaginazione creativa, cerca di persuaderci della validità delle sue convinzioni personali, ci invita benevolmente ad accettarle e a farle nostre, ritrova nella propria storia una sorta di giustificazione esemplare dei legami millenari che uniscono l'Europa all'Asia e di cui, seguendo le orme del suo trisavolo, sarebbe latore e testimone.
"Seguiamo serenamente, con fiducia e generosità, la strada, certamente sinuosa ma molto curiosa e "setosa", che il nostro amico Eugenio Benedetti ci mostra. Frequentiamo il suo antenato con complicità, adottiamolo senza esitazione e senza rimpianti come se fosse il nostro, percorriamo la sua vita complessa senza conformismo né pregiudizi. Proiettiamoci in lui senza riserve e con gratitudine, Egli ci attende. Ritroveremo in questo modo una forma sconosciuta di libertà, quella che unisce la spensieratezza al destino, il destino alla fede e la fede all'incertezza esistenziale. Come nei romanzi di Pearl Buck, in questa opera l'Est e l'Ovest si incontrano. Vivono e sopravvivono, cercando disperatamente di avvicinarsi dopo essersi a lungo ignorati, disprezzati e persino respinti".
Decima edizione del Salone del Libro di Monaco, organizzata sotto l'Alto Patronato de S.A.S. il Principe Alberto II dall'associazione "Les Rencontres Littéraires Fabian Boisson", l'"Association de Bienfaisance Eugenio Benedetti Gaglio" e da "Madame Riva - Monaco Boat Service", con il sostegno del Governo del Principe.
Alla presenza di S.E. il Segretario di Stato del Principato Jacques Boisson, la nostra Associazione ha siglato il rinnovo del partenariato con l'Associazione monegasca "Les Rencontres Littéraires Fabian Boisson".
L'evento si è svolto il 15 Giugno a Montecarlo, presso il Club Bouliste alla Rocca.
Per l'occasione, la nostra Associazione ha presentato ufficialmente il quadro che costituisce il nostro logo: trattasi di un dipinto realizzato, come ringraziamento per essere stata curata e guarita, da una paziente dei Proff. Jung e Gaetano Benedetti.
Una copia di tale opera è stata da noi donata alla "UPPM - Unité de Psychiatrie et de Psychologie Médicale" del CHPG, il "Centro Ospedaliero Princess Grace".
Nell'edizione del 5 Giugno 2021 del settimanale "iO Donna", il noto Critico e Storico dell'Arte, Vittorio Sgarbi, firma un interessantissimo articolo sul tema del delicato equilibrio fra sviluppo sostenibile, tutela dell'ambiente e valorizzazione del paesaggio. E fra i luoghi che Sgarbi cita, fra i tanti in Italia coinvolti da questo tema, vi sono la "sua" Sutri e la "nostra" Soriano nel Cimino in cui, come lo stesso autore dice, si trova "l'unica barca di marmo esistente al mondo fuori dalla Cina".
Qui di seguito, l'articolo completo che è possibile leggere in originale a pagina 34 del suddetto settimanale:
La nostra sede di Monaco ha celebrato l'inizio del Terzo anno di Partenariato con il CHPG (Centre Hospitalier Princesse Grace) e per esso con la UPPM (Unitè de Psychiatrie et de Psychologie Mèdicale).
Una placca è stata affissa nella sede dell'UPPM, in onore del Ministro della Salute del Principato di Monaco Didier Gamerdinger e dell'Ambasciatore d'Italia S.E. Giulio Alaimo.
L'avvenimento ha destato il vivo interesse della Comunità monegasca, ed in particolare del Principe Alberto II particolarmente sollecito delle finalità umanitarie della nostra azione che si ricollega direttamente al Prof. Carl Gustav Jung, Padre della psicoanalisi mondiale (e Maestro di Gaetano Benedetti).
La commemorazione del 60° Anniversario della Sua Dipartita farà oggetto di una nostra prossima celebrazione, unitamente ad un riepilogo delle varie forme di assistenza ai "soggetti disabili", messi in opera dalla nostra Sede di Monaco.
L'evento è stato reso noto tramite il profilo Facebook ufficiale del Governo di Monaco, con il post che vi riportiamo integralmente qui di seguito, assieme alla sua traduzione in Italiano:
[Cérémonie de dévoilement et signature de Convention ] La Fondation « Société Italiana di Beneficienza S.I.B Fondation...
Pubblicato da Gouvernement Monaco su Mercoledì 28 aprile 2021
[Cerimonia di presentazione e firma della convenzione]
La Fondazione "Società Italiana di Beneficienza S.I.B Fondazione Benedetti", ormai costituita in Associazione, denominata ′′ Associazione Beneficenza Eugenio BENEDETTI-GAGLIO ", offre il suo sostegno nel Principato di Monaco, in particolare finanziando l'arte terapia dispensata o presso l'Unità di Psichiatria e Psicologia Medica (UPPM) ′′ il Roseto ′′ o presso il servizio di psichiatria CHPG.
L'arte terapia è un accompagnamento di persone in difficoltà psicologiche che vengono messe in posizione di creazione artistica.
Dal 2018 il coinvolgimento di questa associazione si è tradotto nella formalizzazione di una convenzione di partenariato tra la Direzione dell'Azione Sanitaria, il Centro Ospedaliero Principessa Grace e l'Associazione Beneficenza Eugenio BENEDETTI-GAGLIO.
Finora questa convenzione è rinnovata per un periodo di due anni e prevede inoltre l'introduzione di un workshop complementare di arte terapia, che sarà istituito al termine della crisi sanitaria, presso i locali del reparto psichiatria del Centre Hospitalier Pincesse Grace - CHPG
© Direzione Comunicazione / Michael Alesi
La notizia è stata quindi ripresa da diverse fonti monegasche, come il magazine online "QE Magazine" ed il quotidiano "Monaco-Matin". Del primo riportiamo il LINK al loro articolo, mentre del secondo riportiamo di seguito la scansione di parte di pagina 3 dell'edizione del 30 Aprile 2021:
Chiudiamo l'articolo con la copia integrale dell'accordo siglato e la fotogallery della giornata.
In data 10 Dicembre 2018, la S.I.B. Fondation Benedetti ha siglato un accordo di partenariato con il Centro Ospedaliero "Princess Grace" (CHPG) e la Direzione dell'"Action Sanitaire" (DASA), con lo scopo di consentire alla stessa di realizzare dei percorsi di Arte Terapia nell'ambito dell'Unità di Psichiatria e Psicologia Medica.
Il finanziamento al CHPG di Montecarlo, già attivo da due anni, consente il trattamento annuale di 80.000 pazienti, per un programma assistenziale avente per oggetto l'inclusione sociale e la riabilitazione professionale di un gruppo di giovani disabili/Psicotici (all. 1).
Accludiamo uno schema delle attività operative, animazione e organizzazione (all.2) durante 9 mesi su 12. Nei restanti 3 mesi i corsi si svolgono presso i musei. Particolarmente interessanti i seguenti lavori:
Lavori sull'identità personale e collettiva nonché viaggiare nel tempo:
Il Principe Alberto Grimaldi ha assegnato alla nostra Unità di Arte Terapia UPPM (all.3) un insieme di locali nella "Roseraie" di Monaco. Il nostro Gruppo è affidato all'Arte terapeuta Sabrina Mazzola sotto la direzione del Dott. Frederic Comparon, che hanno espresso il loro ringraziamento (all.4 e 5).
Pianifichiamo l'aumento dei giovani in "in trattamento" (non degenti) nel 2021.
Fare click su un allegato per ingrandirlo
Il 15 novembre 2019 è stata celebrata dal Cardinale di Sicilia S.E. Francesco Montenegro una Messa solenne nella Chiesa dell'Ospedale Italiano Umberto I al Cairo, di proprietà della "Società Italiana di Beneficenza", Associazione filantropica fondata al Cairo il 6 aprile 1899 dalla Comunità degli italiani allora residenti in Egitto. Riportiamo con piacere il testo del Messaggio di compiacimento espresso da Sua Eminenza con lettera autografa datata 22/11/2019 qui allegata per debita evidenza:
Accompagnato dal Sindaco di Agrigento Dott. Calogero Firetto e dal Dott. Eugenio Benedetti Gaglio, il Cardinale ha reso visita anche al Segretario di Stato Saleh Abbas del Grande Imam islamico Ahmad Al Tayyib: alleghiamo comunicato stampa dell'ANSA datato 27 novembre 2019 e ripreso dai principali giornali italiani con la cronaca dell'incontro, rilanciato dai principali giornali egiziani (Al Ahram, Al Akhbar, Youm7 e Masry Youm).
Particolare attenzione è stata attribuita all'omaggio floreale depositato dal Presidente della S.I.B. Charity Foundation Benedetti sulla tomba di Jawhar El Sikiliani, entro la Moschea di Al Azhar, dal medesimo fondata nell'anno 969: si tratta di un condottiero arabo, figlio autentico di un dolciere (pasticcere) dell'antica città di Ibla (oggi Ragusa) di cui è stata da noi rintracciata la Casa Natale ove è stata apposta una targa commemorativa dal Governatore di Alessandria d'Egitto Prof. Abdel Aziz Konsowa e dall'Ambasciatore d'Egitto in Italia Hisham Badr in data 13 luglio 2019, accompagnati dal nostro Presidente Dott. Eugenio Benedetti Gaglio e dal Sindaco di Ragusa Avv. Giuseppe Cassì (qui di seguito, alcune foto dell'evento):
La Casa Natale di El Sikiliani ospiterà prossimamente un Centro di Cultura islamica patrocinato dal Municipio di Ragusa.
Nei giorni scorsi , ad Agrigento si sono svolti due eventi di grande pregio culturale
Paolo Cilona, presidente del Cepasa, ha organizzato il 5 novembre 2018 due eventi di grandissimo pregio culturale: la scopertura della lapide in ricordo dell'insigne medico chirurgo agrigentino Empedocle Gaglio, nel 150° della nascita, fondatore dell'Ospedale Italiano "Umberto I" al Cairo e la premiazione dell'illustre pronipote Eugenio Benedetti Gaglio, imprenditore di fama mondiale e Cavaliere di Gran Croce.
Prima della scopertura della lapide, il Gr. Uff. dott. Paolo Cilona ha salutato tutti i presenti, evidenziando che la Memoria Storica è molto importante soprattutto per i giovani, che hanno bisogno di esempi positiviper edificare un presente e un futuro solidi.
È stata letta da Giuseppina Mira la poesia "È luce" dedicata ad Empedocle Gaglio.
La lapide è stata scoperta da Sua Eccellenza il Prefetto, dott. Dario Caputo, da Sua Eccellenza l'ambasciatore a Il Cairo, Hisham Badr, dal sindaco di Agrigento, dott. Calogero Firetto, dal pronipote di Empedocle Gaglio, Eugenio Benedetti Gaglio.
Presenti le gentili signore Dahlia Badr, Anna Maria Benedetti Gaglio e il rappresentante della Sib Fondazione Benedetti e accompagnatore, dott. Gennarino Puccio. Poi Mons. Don Lillo Argento ha benedetto la lapide. Hanno partecipato il Vicequestore, dott. Giuseppe Peritore, il Dirigente DIA, dott. Roberto Cilona, il Presidente Anioc, Gaetano Marongiu e l'Alfiere, prof. Gerlando Cilona, il Direttore del giornale L'Amico del Popolo, Don Carmelo Petrone, Autorità civili e militari in rappresentanza dei Comandi Provinciali dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto, della Polizia locale, della Croce Rossa Italiana, dell'Associazione Acsi. Indi, all'interno del Circolo Empedocleo, con Presidente Giuseppe Adamo, c'è stato un convegno molto interessante e sono intervenutil'ambasciatore a Il Cairo, Hisham Badr, il pronipote di Empedocle Gaglio, Eugenio Benedetti Gaglio,il Sindaco di Agrigento, dott. Calogero Firetto, il presidente del Cepasa, dott. Paolo Cilona, il Cav. di Gran Croce, avv. Gaetano Allotta, il Presidente Prov.le Ordine dei Medici, dott. Giovanni Vento, il Presidente del Pirandello Stable Festival, dott. Mario Gaziano.
C'è stata la proiezione del docufilm: "Dalla Valle dei Templi degli Dei alla Valle delle Piramidi dei Faraoni" e delle foto di Diego Romeo su Pirandello in Egitto. È stata consegnata da Giuseppina Mira al Cavaliere di Gran Croce Eugenio Benedetti Gaglio la poesia "È luce", dedicata ad Empedocle Gaglio, e da Daniela Ilardi all'ambasciatore Hisham Badr la poesia "Dune senza tempo", scritta per la terra d'Egitto.
Nell'ambito della cerimonia sono intervenuti Maria Grazia Castellana, Maria Fantauzzo, Giuseppe Gramaglia, Antonio Zarcone. Ed ecco la solennità della consegna, da parte del Presidente del Cepasa, Gr. Uff. dott. Paolo Cilona, del Premio Internazionale Telamone 2018 al Cavaliere di Gran Croce Eugenio Benedetti Gaglio, per i suoi meriti altamente umani e professionali. Egli ha rilevato che la solidarietà deve essere coltivata con impegno e spirito di abnegazione e ha evidenziato la grandezza d'animo di Empedocle Gaglio, ringraziando Paolo Cilona per il conferimento di un premio così prestigioso.
Paolo Cilona, con entusiasmo e zelo, si prodiga per affermare i valori più sani della vita e da 42 anni premia le persone che si adoperano per la promozione umana, sociale, etica di ogni individuo.
È stato un evento organizzato da Paolo Cilona in modo eccellente e patrocinato dal comune di Agrigento, dall'Acsi provinciale Agrigento, da Karma.
Presenti numerosi cittadini che credono nei valori culturali e morali.
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«Quando l'editore Mario Ciancio Sanfilippo mi ha invitato a Catania per raccontare la mia storia a degli studenti, l'idea mi ha subito stuzzicato, nonostante abbia sempre rifiutato di autocelebrarmi. Ciò che racconterò, per quanto possa sembrare inverosimile, è una storia vissuta, che forse potrà essere interessante per le nuove generazioni. Inizierò a parlare di un'epoca molto lontana: ho 88 anni, due volte il segno dell'infinito... Dunque, era il 1956, l'Armata Rossa invase l'Ungheria. E l'Europa tremò...
»Eugenio Benedetti, imprenditore e filantropo catanese, riavvolge il nastro dei ricordi di fronte agli amici di sempre e agli studenti della Scuola Superiore di Catania, oggi eredi del suo messaggio, che parla di ingegno, passione e coraggio. Partendo da Catania, Benedetti ha attraversato la storia del Novecento, mantenendo un costante dialogo con mondi resi inaccessibili agli occidentali dal clima politico internazionale. Come raccontato ieri durante la conversazione "Tra Cina e Russia passando per l'Africa", nella quale ha approfondito gli scenari con cui si è confrontato nel corso della sua lunga e fortunata carriera, ma anche le questioni politiche ed economiche con cui si è misurato in un mondo profondamente diverso da quello di oggi e che l'ha visto pioniere dell'internazionalizzazione dell'industria e della tecnologia italiana, intessendo importanti relazioni professionali e rapporti personali con i Grandi del secolo scorso: da Kruscev a Mao Tse Tung, da Chou en Lai a Nehru a Gorbaciov. Ma non si è mai «montato la testa», come lui stesso ha detto durante l'incontro.
La sua storia ha inizio nel 1956, per l'appunto. «L'invasione dell'Ungheria - prosegue Benedetti - fu indubbiamente il momento di maggiore tensione della Guerra Fredda tra i due blocchi, l'Europa occidentale e orientale. Fu proprio durante il Natale del'56 che decisi di andare a Mosca per essere messaggero di un atto di amicizia verso la Russia». Voleva aprire i mercati dell'Est ai prodotti e alle industrie italiane. E ci riuscì. In quegli anni raggiungere l'Oriente era difficile. Benedetti racconta di due strade percorribili per realizzare il suo desiderio e cioè quella politica e quella relazionale. Optò per la seconda: «Sono sempre stato allergico alla politica - dice - e non mi sono mai voluto compromettere. È risaputo, invece, che noi siciliani siamo "maestri" nell'intrecciare relazioni. La chiamano mafia, ma mafia non è». L'industriale apparteneva a una prestigiosa famiglia di medici catanesi e il papà Umberto gli spianò la strada: era uno dei principali chirurghi del capoluogo etneo, direttore e primario dell'ospedale "Santa Marta", nonché gestore di una clinica privata di sua proprietà ed era amico del cardiochirurgo Achille Mario Dogliotti, che «poteva arrivare dappertutto - prosegue Benedetti - Papà chiese a lui di aprirmi le porte senza che dovessi scendere a compromessi e partii per Mosca, passando da Parigi. In quegli anni, l'aeroporto non esisteva ancora. Arrivato a destinazione, mi diedero un salone di 300 metri quadrati per potere esporre le mie macchine. Il risultato? La mostra fu un successo enorme, dopo una settimana tutte le apparecchiature erano state vendute e il Ministero della Sanità ricevette un numero esuberante di richieste, vendendone oltre 300, quasi il doppio rispetto a quelle esposte».
Eppure, al di là dei numeri, la soddisfazione più grande dell'industriale in erba fu ottenere un trafiletto nel più grande giornale russo che scrisse di lui come di un "giovane, solitario e intra-prendente, venuto a Mosca in gesto di amicizia a portare il meglio della tecnologia medicale italiana". In quel periodo storico, al massimo della guerra fredda, questo gesto ebbe una grande importanza, contribuendo al disgelo tra i due Paesi. Quel successo «mi insegnò a fare qualcosa - prosegue rivolgendosi ai ragazzi - Occorre che siate produttori di tecnologia all'avanguardia, è questa la chiave del successo. Ieri, oggi e sempre». E di esperienza Benedetti ne ha parecchia, tant'è che nel 1980 fu premiato a Mosca con il Mercurio d'Oro per aver costruito più di cento fabbriche. Ritiratosi dagli affari nel 2009, il suo nuovo campo d'azione diviene la filantropia. Inizia a collaborare con la Società Italiana per la Beneficenza istituita al Cairo nel 1899 e creatrice nel 1903 dell'Ospedale Italiano al Cairo "Umberto I", il cui primario e direttore fu Empedocle Gaglio, prozio di Benedetti. Ne deriva un'espansione che oggi conta altre tre Fondazioni omonime: a Roma, in Svizzera e nel Principato di Monaco. Un'eredità, dunque, importante, che sconfina nel campo dell'incombenza. «È passione - afferma Benedetti - ed è fine a sé stessa. Oggi è raro "amare l'umanità" nelsenso pure del termine, perché c'è sempre un interesse. L'eredità che mi sento di lasciare ai giovani? Di concepire il bene come scopo, indipendentemente dal risultato. È una sfida».
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Un imprenditore che, partendo da Catania, è stato capace di attraversare la storia del Novecento, mantenendo un costante dialogo con mondi che il clima politico internazionale rendeva inaccessibili agli occidentali.
Pioniere dell'internazionalizzazione dell'industria e della tecnologia italiana, Eugenio Benedetti ha infatti partecipato alla industrializzazione e alla creazione di infrastrutture in Russia, in Angola, in Afghanistan, in Cina e in Kazakistan, intessendo importanti relazioni professionali e rapporti personali con i maggiori statisti di quei Paesi: da Kruscev a Mao Tse Tung, da Chou en Lai a Nehru, a Gorbaciov.
Benedetti, attuale presidente della Fondazione Sib (Società Italiana di Beneficenza), oggi alle 18 sarà ospite della Scuola Superiore di Catania, nella sede di Villa San Saverio (via Valdisavoia 9), per una conversazione dal titolo "Tra Cina e Russia passando per l'Africa", nel corso del quale approfondirà gli scenari con cui ebbe a confrontarsi nel corso della sua lunga e fortunata carriera, le questioni politiche ed economiche con cui si misurò in un'Europa profondamente diversa da quella di oggi richiamando inoltre alcuni episodi della sua esistenza e la sua grande passione per l'archeologia e per la cultura del mondo mediterraneo.
Appartenente a una prestigiosa famiglia di medici catanesi, Benedetti lasciò la città negli anni Cinquanta e da lì si mosse verso l'Europa dell'Est, animato dall'intento di aprire quei mercati ai prodotti e alle industrie italiane. Imprenditore illuminato, oltreché dotato di un'impareggiabile capacità di intessere relazioni umane, in breve divenne personaggio in Russia. Amico personale di Kruscev e nel 1980 premiato a Mosca con il Mercurio d'Oro per aver costruito più di cento fabbriche, Benedetti operò anche in Angola, Afghanistan e, infine, in Cina a cui fornì macchinari e automezzi per la costruzione di infrastrutture.
Ritiratosi dagli affari nel 2009, il suo nuovo campo d'azione diviene la filantropia per la quale inizia la collaborazione con la Società Italiana per la Beneficenza istituita al Cairo nel 1899 e creatrice nel 1903 dell'Ospedale Italiano al Cairo "Umberto I", il cui primario e direttore fu Empedocle Gaglio, prozio di Benedetti. Ne deriva un'espansione della Fondazione che oggi conta altre tre Fondazioni omonime: a Roma, in Svizzera e nel Principato di Monaco. Per la sua attività, nel settembre 2014, è stato insignito dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferitagli "motu proprio" del Presidente Giorgio Napolitano. Dopo gli indirizzi di saluto del rettore Francesco Basile e del presidente della Scuola Superiore Francesco Priolo, Benedetti sarà introdotto dalla prof. Lina Scalisi, coordinatrice della Classe di Scienze umanistiche e sociali della Scuola.
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IL CAIRO, 10 NOV - L'Ospedale italiano Umberto I del Cairo punta a potenziarsi con nuove camere operatorie, un poliambulatorio e altri posti letto confermandosi punto di riferimento sanitario d'eccellenza per l'Egitto.
Un nuovo progetto di ammodernamento ed espansione è da 1,8 milioni di euro e prevede una ristrutturazione radicale delle quattro camere operatorie esistenti e la costruzione di due nuove, ha segnalato Eugenio Benedetti Gaglio, pronipote del fondatore dell'ospedale e presidente della Società Italiana di Beneficenza (Sib) proprietaria della struttura.
Il piano sarà presentato a Roma il 30 gennaio in un evento analogo a quello svoltosi al Cairo la settimana scorsa per avviare le celebrazioni del 150/o anniversario della nascita di Empedocle Gaglio, fondatore del nosocomio nel 1903, ha detto ancora il suo discendente parlando ad ANSAmed al Cairo e precisando la data della già preannunciata cerimonia.
Viene confermato che l'evento romano si terrà presso villa Savoia, sede dell'ambasciata egiziana. Sono stati diramati inviti che puntano a una partecipazione di un livello definibile "molto alto", ha sottolineato il filantropo siciliano e Cavaliere di Gran Croce notando che "l'iniziativa attende sponsor".
La formula dello sponsoring è già stata attuata all'Umberto I più volte in passato: nel 2008 per l'acquisto di 16 stazioni di rianimazione intensiva post operatorio; nel 2011 per il reparto di ginecologia attrezzato con un letto operatorio da parto e 12 incubatrici per neonati e nel 2013 per l'acquisto di una TAC di ultima generazione, ha ricordato Anna Maria Benedetti vice presidente dell'Ospedale, sempre in dichiarazioni ANSAmed citando anche il sostegno di quattro Rotary Club di Roma.
È noto inoltre che in Egitto iniziative benefiche di questo tipo hanno ritorni di immagine molto positivi presso autorità ministeriali egiziane.
Per gennaio intanto è già prevista la nascita di un poliambulatorio di mille metri quadri su due piani che rimpiazza il vecchio, destinato a ospitare nuove camere per degenti.
L'espansione dell'ospedale italiano al Cairo avviene proprio mentre in altre città del Medio oriente, come le più tormentate Aleppo e Damasco in Siria, ma anche nella stabile capitale giordana Amman, nosocomi analoghi hanno chiuso, ha notato Eugenio Benedetti sottolineando l'elevato livello tecnologico del nosocomio cairota da 300 posti letto.
L'Umberto I del Cairo si autofinanzia con le prestazioni per privati egiziani ma assolve una funzione sociale con sconti fra il 30 e il 50% per pazienti in difficoltà economiche. La struttura assiste gratuitamente circa 80 famiglie di italiani con doppio passaporto definibili "indigenti". C'è anche un flusso di prestazioni per turisti italiani non in grado di sostenere spese per trasporti d'urgenza verso l'Italia.
La Sib comunque assicura sempre una sorta di "effetto leva" per agevolare il ritorno sugli investimenti come avvenuto ad esempio anticipando caparre necessarie all'acquisto a rate di macchinari.
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CAIRO, November 10th – The Italian Hospital Umberto I of Cairo aims for excellence through its new operating rooms and a health center, as well as a larger number of beds, confirming itself as an essential health point of reference for Egypt.
A new developing and modernizing 1.8 million Euro project concerns a radical restructuring of the four existing operating rooms and the construction of two new ones, said Eugenio Benedetti Gaglio, grandson of the founder of the Hospital and President of S.I.B. Società Italiana di Beneficenza owning that structure.
The project will be illustrated in Rome on January 30th during an event similar to the one which has taken place in Cairo last week to celebrate the 150th anniversary of the birth of Empedocle Gaglio, who founded the Hospital in 1903, has added his descendant during an interview by ANSAmed in Cairo, also specifying the date of the announced ceremony.
He has confirmed that the event will take place at Villa Savoia, the Egyptian Embassy office. Many invitations have been issued considering a very important number of potential "high level" participants - as highlighted by the Sicilian philanthropist and Knight of Grand Cross, who has added as well that this initiative "is still expecting sponsors".
Sponsorship has been used within the Hospital many times in the past: in 2008 for the purchase of 16 post-operating intensive care units; in 2011 for the Gynecology Ward equipped with a delivery bed and 12 incubators for newborns and in 2013 for the purchase of a new CT scan machine of latest generation, said Anna Maria Benedetti, Vice-President of the Hospital, during an interview by ANSAmed, also mentioning the precious support of four Rome Rotary Clubs.
It is also well known that in Egypt charitable initiatives are always much appreciated by Egyptian ministerial authorities.
Meanwhile next January the Hospital will have a new health center of one thousand square meters distributed in two floors which will replace the old one being designated to host new patient rooms.
The upgrading of the Italian Hospital of Cairo is being performed just while in other Middle East cities, like the troubled Aleppo and Damascus in Syria, but also in a stable capital like Amman in Jordan, similar hospitals have been shut down, said Eugenio Benedetti, underlying the high level of the Italian Hospital of Cairo with its 300 beds.
Umberto I of Cairo is self-financed by healthcare facilities for Egyptian citizens but also has a social function because it offers several discounts for patients in financial difficulties. The Hospital grants free medical assistance to about 80 Italian families with dual nationality who can be considered as "poor". There's also a range of services for Italian tourists not being able to bear high expenses for emergency travels to Italy.
Anyway, SIB always ensures its "support" in terms of further investments as it happened when it paid the deposit for the hire purchase of new equipment.
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LE CAIRE, Le 10 Novembre – L'Hôpital Italien Umberto I du Caire va se renforcer grâce à de nouvelles salles opératoires, un centre médical et d'ultérieurs lits, restant toujours un point de repère sanitaire d'excellence pour l'Egypte.
Un nouveau projet de modernisation et de développement d'une valeur de 1,8 millions d'euros prévoit une restructuration radicale des quatre salles opératoires déjà existantes et la construction de deux autres salles opératoires, a affirmé Eugenio Benedetti Gaglio, arrière-petit-fils du fondateur de l'Hôpital et Président de SIB Società Italiana di Beneficenza qui détient la structure.
Le projet sera présenté à Rome le 30 Janvier prochain à l'occasion d'un événement semblable à celui qui s'est déroulé au Caire la semaine dernière pour l'ouverture des célébrations du 150ème anniversaire de la naissance d'Empedocle Gaglio, fondateur de l'Hôpital en 1903, a encore ajouté son descendant interviewé par ANSAmed au Caire en précisant la date de la cérémonie déjà annoncée.
Il est confirmé que l'événement romain aura lieu à Villa Savoia, le siège de l'Ambassade égyptienne. Nombre d'invitations ont été déjà distribuées en vue de la participation d'invités de « haut niveau », souligne le philanthrope et Chevalier de Grande Croix, précisant que cette initiative « attend des sponsors ».
La formule de la sponsorisation a été déjà adoptée plusieurs fois par le passé au sein de l'Hôpital: en 2008 pour l'achat de 16 postes de réanimation postopératoire, en 2011 pour le service de gynécologie équipé d'une table d'accouchement et de 12 incubateurs pour bébés et en 2013 pour l'achat d'une tomodensitométrie de dernière génération, a rappelé Anna Maria Benedetti, Vice-présidente de l'Hôpital, pendant son interview réalisée par ANSAmed, citant également le support de quatre Rotary Clubs de Rome.
Qui plus est, on sait qu'en Egypte de pareilles initiatives caritatives ont toujours des retours très positifs chez les autorités ministérielles égyptiennes.
En attendant, au mois de Janvier on prévoit la naissance d'un centre médical de mille mètres carrés sur deux niveaux qui va remplacer l'ancien, où l'on souhaite placer de nouvelles salles de convalescence.
L'expansion de l'Hôpital Italien au Caire a lieu en ce moment où d'autres villes du Moyen Orient, telles que les villes souffrantes d'Alep et de Damas en Syrie, mais aussi la stable capitale jordanienne Amman, ferment leurs hôpitaux, a dit Eugenio Benedetti, en soulignant le haut niveau technologique de l'Hôpital du Caire ayant 300 lits.
L'Hôpital Umberto I du Caire se finance par des prestations réservées aux citoyens égyptiens mais joue également un rôle social dans la mesure où il applique des remises à hauteur de 30 à 50% aux patients ayant des difficultés économiques. Cette structure assiste gratuitement environ 80 familles italiennes ayant la double nationalité et considérées comme "pauvres". Il y a également une série de prestations pour des touristes italiens n'étant pas en mesure de prendre en charge les frais d'un transport d'urgence vers l'Italie.
SIB garantit toutefois en permanence une sorte d'"aide économique" visant à encourager d'ultérieurs investissements, telles que les acomptes qu'elle a versés pour l'achat à crédit de plusieurs appareils.
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IL CAIRO, 3 NOV - È un docu-film di quasi 40 minuti con suggestive e rare immagini d'epoca, ma anche interviste e testimonianze su episodi poco noti in Italia, il video sulla storia dell'Ospedale Italiano Umberto I al Cairo. IL film è stato ieri sera nella capitale egiziana, per la cerimonia inaugurale del 150/o anniversario della nascita del suo fondatore, Empedocle Gaglio.
Il documentario descrive come nel 1903 l'allora giovane chirurgo siciliano, vincitore di un concorso per un primariato ospedaliero al Cairo, lanciò una sottoscrizione a nome della Società Italiana di Beneficenza (Sib) nella comunità italiana di Egitto, forte allora di oltre cinquantamila componenti: la colletta consentì la costruzione dell'ospedale nel tempo record di un anno.
Gaglio diresse il nosocomio fino alla propria morte, nel 1949, e ora Eugenio Benedetti, suo pronipote, ne prosegue la missione alla guida delle quattro fondazioni non profit 'Sib'. L'ospedale è articolato in 11 divisioni, con altrettanti padiglioni, in cui operano 750 dipendenti e sono disponibili 400 letti, consentendo oltre tremila interventi chirurgici all'anno: un complesso unico in Africa, con 18 stazioni di rianimazione intensiva, sottolinea una scheda che sintetizza il video.
Un re d'Egitto, Farouk, conferì a Gaglio la massima onorificenza egiziana, il "Kiladate el Nile" (Gran Cordone dell'Ordine del Nilo), col quale il benefattore ha voluto essere sepolto, assieme alla Gran Croce di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, personalmente consegnatagli da Vittorio Emanuele III all'atto di sbarcare ad Alessandria il 12 maggio 1946: quel giorno ad attenderlo sul molo del porto c'era re Farouk con Gaglio al suo fianco.
Nel riferire questi e altri "episodi quasi sconosciuti in Italia", è scritto nella scheda, il film evidenzia anche la figura di un altro re d'Egitto, Fuad, "gran protettore di Empedocle: questi l'aveva salvato da sicura morte" curandolo "per la ferita dal colpo di pistola infertagli alla gola dall'ex cognato", e dovette alla regina Nazli Sabris (seconda moglie del sovrano) la "considerazione regale da cui fu privilegiato per tutta la vita".
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CAIRO, NOVEMBER 3rd – The movie on the history of the Italian Hospital of Cairo is a documentary film lasting about 40 minutes with rare and suggestive vintage pictures, but also interviews and witnesses on episodes which are not well-known in Italy. The movie has been projected yesterday evening in the Egyptian capital during the opening ceremony of the 150th anniversary of the birth of its founder, Empedocle Gaglio.
The documentary shows how in 1903 this young Sicilian surgeon, after winning a contest for being head surgeon of the Hospital in Cairo, launched a subscription in the name of S.I.B. Società Italiana di Beneficenza within the Italian community of Egypt, which at that time had more than fifty thousand members: the fundraising allowed the Hospital to be in one year.
Gaglio run the Hospital till his death, in 1949, and now his grandson, Eugenio Benedetti, is continuing his mission through the four nonprofit SIB foundations. In the Hospital, which consists of 11 wards with relevant pavilions, employing 750 workers and equipped with 400 beds, more than three thousand surgeries are performed every year: a file on the movie underlines how it is unique in Africa in its kind and setting, with its 18 intensive care units.
A king of Egypt, Farouk, conferred to Gaglio the highest Egyptian decoration, the "Kiladate el Nile" (Grand Cordon of the Order of the Nile), which he wanted to be buried with, and also the Grand Cross of the Order of the Crown of Italy he received from Victor Emmanuel III who had just arrived in Alexandria on May 12th 1946: that day king Farouk and Gaglio welcomed him at the pier of the harbor.
The movie tells about this and many other "episodes often almost unknown in Italy", as it is written in the file, and also puts the spotlight on another king of Egypt, Fuad, "the great protector of Empedocle: he had saved him from certain death" by treating the wound "caused by a bullet shot in the neck by his former brother-in-law". And thanks to queen Nazli Sabris (the second king's wife) he got a preferential treatment from sovereigns throughout his life".
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LE CAIRE, le 3 Novembre – La vidéo décrivant l'histoire de l'Hôpital Italien au Caire est un documentaire de presque 40 minutes montrant de rares images suggestives de l'époque mais contenant des interviews et des témoignages à propos d'épisodes très peu connus en Italie. Le film a été projeté hier soir dans la capitale égyptienne pendant la cérémonie d'inauguration du 150ème anniversaire de la naissance de son fondateur, Empedocle Gaglio.
Le documentaire montre qu'en 1903 ce jeune chirurgien sicilien, qui avait gagné un concours pour devenir chirurgien en chef de l'Hôpital au Caire, lança une campagne de suscription au nom de SIB Società Italiana di Beneficenza au sein de la communauté italienne en Egypte, qui comptait à l'époque plus de cinquante mille membres: cette collecte permit de construire l'Hôpital en l'espace d'un an à peine.
Gaglio dirigea l'Hôpital jusqu'à sa mort, survenue en 1949, et à l'heure actuelle son arrière-petit-fils, Eugenio Benedetti, en poursuit la mission à travers ses quatre fondations caritatives SIB. L'Hôpital se compose de 11 divisions, avec autant de pavillons, dans lesquelles travaillent 750 employés et se trouvent 400 lits, ce qui permet d'effectuer plus de trois mille interventions chirurgicales par an : un complexe unique en Afrique, avec 18 postes de réanimation, souligne une fiche résumant la vidéo.
Un roi d'Egypte, Farouk, donna à Gaglio la plus haute décoration égyptienne, le "Kiladate el Nile" (Grand Cordon de l'Ordre du Nil), avec laquelle le bienfaiteur a voulu être enterré, en plus de la Grande Croix de Chevalier de l'Ordre de la Couronne d'Italie, qui lui a été personnellement remise par Victor Emmanuel III lors de son débarquement à Alexandrie le 12 Mai 1946: ce jour-là il y avait le roi Farouk et Empedocle Gaglio qui l'attendaient sur le quai du port.
Dans la description de ces faits et aussi d'autres "épisodes presque inconnus en Italie", cette fiche du film met aussi en évidence la personnalité d'un autre roi d'Egypte, Fuad, "grand protecteur d'Empedocle: celui-ci l'avait sauvé d'une mort certaine" lorsqu'il avait soigné "la blessure causée par un coup de pistolet au cou tiré par son ancien beau-frère" et grâce à la reine Nazli Sabris (la deuxième femme du souverain) il put bénéficier d'une considération privilégiée chez les souverains tout le long de sa vie".
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